Storia della Finestra

 

Le Origini:

 

La parola "finestra" nella nostra cultura e nelle nostre abitudini abitative fa venire immediatamente in mente molte immagini: le finestre della nostra casa, le vetrate del nostro ufficio, le grandi vetrate gotiche, le finestre barocche, fino alle facciate interamente vetrate, le cosiddette "curtain wall", o alle vetrate strutturali . Pensiamo comunque a qualche cosa di sicuramente presente e assolutamente irrinunciabile nelle abitazioni nostre come in quelle che ci circondano, siano esse di interesse storico oppure moderne o hi-tech. Ma la storia dell'abitazione non e la storia della finestra: questo componente della costruzione a cui noi oggi attribuiamo tanto significato compare certamente in tempi molto piu recenti dei preistorici rifugi. Basti pensare alle prime abitazioni dell'uomo: le grotte, alle quali si accedeva attraverso un fenditura in genere priva di possibilita di chiusura. Le funzioni che oggi noi demandiamo separatamente alla porta ed alla finestra erano svolte dalla stessa apertura, piu per necessita che per una precisa scelta; I'impossibilita di aprire varchi significativi per entrare nelle caverne derivava da ragioni pratiche, ma anche da ragioni di difesa, in quanto era certamente piu facile e piu sicuro proteggere una sola apertura da intrusioni esterne. Una sola apertura si osserva anche nelle abitazioni dei nomadi che si spostavano per nutrire il bestiame: le tende, costituite da rami d'albero e pelli di animali, erano accessibili tramite una fenditura nelle pelli, mentre l'apertura sulla sommita', generata dall'accostamento dei rami, garantiva comunque un minimo di illuminazione e di ventilazione. Quando l'uomo, ormai sedentarizzato, costruisce le prime capanne in giunchi, paglia e foglie, si ispira ai modelli che ha avuto sotto gli occhi fino a quel momento e le provvede di un'unica apertura, la porta, a cui attribuisce funzioni di accesso, di comunicazione con l'esterno, di ventilazione, di illuminazione, di "filtro" insomma rispetto all'ambiente esterno, realizzando cosl veri e propri "gusci" come le tane degli animali. Ben presto, in particolar modo per esigenze climatiche, compaiono i primi tentativi per creare aperture maggiormente adeguate al controllo della ventilazione e comunque schermabili, che possono essere considerate le prime forme di finestre. Di pari passo nasce e si sviluppa un'attenzione specifica per la realizzazione dell'involucro edilizio; un'attenzione che contiene i primi ed elementari fattori della progettazione: ad esempio, inserire un'apertura in una capanna significa prevedere uno spazio vuoto nell'intreccio dei giunchi che costituiscono l'ossatura portante, ma significa anche predisporre gli accorgimenti necessari per irrobustirne il contorno e per facilitare l'inserimento dell'elemento che dovra chiuderla. Inizia i primi passi la tecnologia orientata verso l'impiego delle finestre, che condurra, piu in generale, al raggiungimento di una migliore qualita dell'abitare. Tutto questo e per noi storia lontana, ma esistono tuttora popoli per i quali la costruzione di una finestra non e un gesto consueto perche non e fondato su tradizioni antiche; popoli che conservano abitudini costruttive comunque ricche di fascino. Molti "significati" dell'elemento finestra, e in particolare quelli al di fuori della sferastrettamentefunzionalessonolegatiatradizioniereminiscenzeancestrali, che ci sfuggono ormai completamente. E' opportuno un riferimento a culture diverse da quella europea per scoprire radici comuni a tutti gli abitanti del pianeta Terra. Presso le popolazioni africane esistono moltissime forme di abitazioni tradizionali in cui le aperture, oltre alle funzioni di accesso, ventilazione ed illuminazione, svolgono spesso ruoli simbolici o mistici. La tradizionale capanna in terra a pianta circolare, munita di un'unica apertura, la porta, si accompagna a vere e proprie "regge" costruite in terra per i capitribu, in cui le aperture, piccole e in prossimita della copertura, hanno funzione di ventilazione, ma soprattutto di decorazione. Il loro numero e spesso legato a numeri e posizioni tipiche della simbologia animista tradizionale. Quasi sempre e ancora la sola porta che svolge tutte le funzioni, e le sue fogge riprendono quelle delle antiche abitazioni. Frequente e la sagoma tipica delle aperture delle grotte, mentre presso alcune popolazioni antiche abitatrici dei tronchi cavi dei baobab viene riprodotta la forma delle aperture e cavita naturali spesso presenti nella corteccia di questi alberi giganteschi e secolari, cosl da attirare sull'abitazione la benevolenza degli spiriti tutelari della natura. Piccole finestre, a volte chiuse con assi di legno o stuoie di paglia intrecciata, si aprono nella parte alta delle pareti, per non lasciar entrare animali pericolosi. Ma le piccole finestre hanno anche funzione di comunicazione. Presso l'etnia Lobi del Burkina Faso le costruzioni, realizzate in fascioni sovrapposti di terra e fango, sono fortificate per difendersi dai nemici e pertanto non sono dotate di finestre. Nelle pareti sono tuttavia praticate piccole aperture, in genere circolari con un diametro di circa venti centimetri, aventi un preciso scopo. Sono infatti espressamente realizzate perchb i promessi sposi possano comunicare prima del matrimonio lontano da occhi indiscreti: per tradizione i matrimoni sono combinati dai genitori, per cui, agli occhi del villaggio, una ragazza non puo ribellarsi al volere della famiglia, ma le e concesso di vedere il promesso sposo attraverso tali aperture, ed eventualmente di rifiutarlo: un tipico esempio di come un'apertura possa assumere come unica funzione quella di permettere la comunicazione. Altre aperture, sempre circolari ma piu piccole, vengono realizzate nelle abitazioni dove ci sia stato un lutto infantile: secondo un'antica credenza, grazie a opportuni riti di purificazione dei muri della casa e dei fori in essi praticati, lo spirito del bambino defunto puo nottetempo passare attraverso queste aperture per visitare la madre durante il sonno. Si tratta come abbiamo visto di tradizioni forti e consolidate nei secoli: cib fa sl che abitare e vivere, costruire e pensare, edificare e credere sia un tutt'uno, come spesso viene professato dalla filosofia progettuale di tanti progettisti attualmente considerati all'avanguardia nel Nord del mondo. Per dirla con Louis Kahn, "il progetto stesso si precisa come scelta, scelta di un ordine che traduca in quantita misurabili cio che e incommensurabile e che appartiene alle leggi profonde e inesprimibili della natura". A partire dalle prime forme, caratterizzate da alcune funzioni fondamentali (accedere, illuminare, comunicare), le aperture nelle pareti hanno subito una forte evoluzione, assumendo funzioni sempre piu complesse. In relazione al contesto climatico, la finestra e le sue schermature hanno assunto le fogge piu diverse per rispondere a diverse richieste prestazionali e soprattutto per graduare il livello delle prestazioni: le esigenze di ventilare, illuminare e schermare si mescolano con quelle di proteggere dalle intrusioni e di isolare dal freddo e, inoltre, di ottenere una maggiore o minore ventilazione, di controllare l'illuminazione secondo i desideri, di schermare di piu o di meno dai raggi del sole, ecc. Richieste che, quando sono state compiutamente soddisfatte,hanno generato un nuovo elemento edilizio, I'infisso, composto da serramenti (porte, finestre) e schermi. Un elemento che diventa occasione per l'invenzione di nuove soluzioni formali e "segno" per l'edilizia e per l'ambiente abitato. Non bisogna dimenticare che le aperture e poi gli infissi, a partire da esigenze funzionali primordiali, come l'illuminazione, hanno poi finito per rivestire anche grande importanza a livello architettonico: basta osservare le finestre di un edificio per individuare il suo stile architettonico e per riconoscere nelle soluzioni e nei materiali i progressi che la tecnologia dei serramenti ha compiuto nei secoli. Per soffermarci ancora sugli aspetti funzionali (quelli architettonici seguiranno tra breve), si pub notare che gli infissi rispecchiano anche le condizioni climatiche del sito in cui si colloca l'edificio. Ai nostri climi (temperati) il serramento non e mai accompagnato da altre aperture per la ventilazione, poiche gli inverni piuttosto rigidi impongono un controllo preciso dell'aria che entra nell'ambiente e la stagione calda non e cosl torrida da richiedere ulteriori apporti di ventilazione rispetto a quelli gia assicurati dall'apertura delle finestre esistenti. Si tende, in sostanza, a far entrare facilmente la luce e l'irraggiamento solare, ma a contenere l'irruzione dell'aria entro certi limiti e a facilitarla soltanto in certi periodi dell'anno. Anche in climi molto caldi e secchi non vi sono aperture supplementari oltre alle finestre: tutto cib soprattutto per evitare la circolazione dell'aria calda che creerebbe ulteriore disagio nell'ambiente interno. Per limitare al massimo l'irraggiamento interno le finestre sono inoltre molto piccole. Si opera quindi dando la preminenza a un alto grado di protezione dalle condizioni climatiche esterne, anche a scapito dell'illuminazione naturale. Esattamente l'opposto accade per i climi caldo-umidi, dove una buona ventilazione evita il ristagno d'aria e di conseguenza l'aumento del tasso di umidita, migliorando le condizioni di comfort interno. Pertanto le aperture devono essere piuttosto ampie e abbondanti per garantire un buon ricambio dell'aria. La necessita di difesa contro il sole eccessivo fornisce qui lo spunto per invenzioni formali, che accoppiano alle superfici finestrate apposite aperture per la ventilazione e schermature fisse o mobili in lamelle di legno, alluminio o altri materiali, oppure aperture grigliate nella muratura, che realizzano anche la decorazione e la finitura delle superfici esterne. Abbiamo parlato della nascita dell'apertura, dei serramenti e degli schermi come risposta a specifici requisiti di ventilazione e illuminazione, in relazione a fattori di tipo funzionale e climatico; tuttavia, il compito forse fondamentale assegnato a questa parte dell'edificio, che distingue il moderno modo di abitare dalle abitazioni primitive, e la comunicazione tra esterno e interno. E nella definizione del rapporto tra spazio interno e spazio esterno che si colloca la finestra, I"'intelligenza dei muri" per dirla con Lorenzo Matteoli: I'edificio non e un'entita a se stante, ma nasce in relazione all'ambiente esterno in cui si inserisce. E in questi termini si esplica anche l'attivita dell'abitare, che risponde a una delle esigenze fondamentali dell'uomo e pub venire espressa compiutamente solo attraverso il ruolo fondamentale assegnato alla finestra, limite e collegamento tra l'ambiente abitativo interno ed il mondo. Cio avviene nelle tante situazioni fruitive, che coinvolgono la sfera della percezione condizionata dal trascorrere delle ore della giornata, dal variare delle condizioni climatiche esterne e dal succedersi delle stagioni dell'anno: anche il passaggio di una nuvola, intravisto dai vetri di una finestra, ha influenza sulla vita dell'uomo. "...dal Medioevo al barocco, dal razionalismo all'espressionismo, da Wright a Le Corbusier a Mendelsohn, la finestra comunica I 'intero dramma architettonico. Taglia e cuce, levita o appesantisce, squarcia o morde il masso costruito, media o rende piu dissonante il rapporto tra pieni e vuoti. In sostanza, una finestra offre la carta d'identita di un architetto e di un costume urbano, fornendo un mezzo diretto per "leggere" I'architettura." (G. Cusano, cit.). A partire dalle aperture praticate nelle capanne, le forme e le configurazioni funzionali delle finestre attraversano un'evoluzione dettata dalla crescita e dallo specializzarsi della ricercaformale architettonica, ma anche e soprattutto dalle possibilita offerte dallo sviluppo della tecnica. Nelle prime costruzioni in muratura le finestre erano costituite da lunghe e strette fessure strombate verso l'interno per permettere una maggiore illuminazione, ma comunque molto piccole, per facilitarne la chiusura nei periodi freddi o di notte e per colpire i nemici con frecce senza essere esposti alla loro offensiva. Con l'utilizzo dell'architrave, nel Rinascimento, le finestre si ingrandiscono, specie quando viene a cadere la necessita della difesa. Da allora, nel periodo barocco e lungo il settecento, assumono connotazioni formali diverse a seconda degli stili architettonici, pur senza cambiare radicalmente nella struttura e nell'inserimento nelle murature: trattandosi ancora di murature portanti, le dimensioni delle aperture sono limitate dai rapporti pieni-vuoti imposti dalla consistenza dei maschi murari. Solo con l'avvento dell'acciaio e del cemento armato, che permettono di realizzare ossature portanti di sezioni relativamente ridotte, favorendo la nascita delle strutture formate da telai di pilastri e travi, la finestra puo diventare un vero e proprio "tamponamento", dando origine a molte delle piu importanti invenzioni formali di tutta la storia della finestra: dalla finestra a nastro al curtain-wall, la finestra viene a essere l'elemento formale predominante sullafacciata, fino a dominare sul tamponamento diventando un "tuttafinestra", senza soluzione di continuita tra esterno ed ambiente interno. Un'altra grande innovazione tecnologica che ha orientato lo sviluppo della finestra e l'introduzione degli impianti di climatizzazione. Le Corbusier e il primo architetto che usufruisce di questa opportunita, compiendo una grande svolta nella storia della progettazione delle aperture nel costruito: a differenza di quanto era sempre avvenuto fino ad allora, egli affida la ventilazione all'impianto di condizionamento, lasciando alle aperture esclusivamente il compito di fornire all'ambiente interno la luce ed il giusto rapporto con l'esterno. La diretta conseguenza di questa scelta e una liberta progettuale assai maggiore, che porta allo studio delle aperture come componenti incaricati di modificare la vivibilita e la fruibilita degli ambienti dal punto di vista visivo e illuminotecnico, giocando con la luce e rimanendo liberi da molti vincoli, quali ad esempio le dimensioni standard imposte dalla normativa per la ventilazione minima degli ambienti interni. Uno specchio parziale, ma fedele, dell'evoluzione storica delle finestre e fornito da una serie di opere che costituiscono la manualistica architettonica ed edilizia. La manualistica, didattica o documentale, opera di artigiani o di famosi architetti, e nata dal tentativo di superare il distacco tra progettazione architettonica e tecniche esecutive, fornendo agli addetti ai lavori indicazioni formali e tecniche esecutive per la realizzazione delle opere edilizie. Gia nel "De re aedificatoria" di Vitruvio troviamo molte indicazioni tecniche per la costruzione di finestre, in particolar modo per assorbire i carichi gravanti sugli architravi. Nel periodo medievale, secondo la distinzione allora vigente tra arti "liberali" (nobili) ed arti "meccaniche", si verifica una netta distinzione tra la progettazione come "ideazione" e l"'esecuzione" e in tutta la manualistica e forte l'accento didattico che si perdera poi nel rinascimento. In "Porte e Finestre di Firenze e di Roma" Giorgio Vasari il Giovane compila una sorta di catalogo di finestre secondo un ordine tipologico del tutto avulso dal quadro completo dell'architettura e degli ordini, un catalogo al servizio del committente, del capomastro e degli artigiani ed apprendisti. Il "Variorum architectorum delinationes portarum et fenestrarum, quae in urbe Florentiae reperiuntur", anonimo trattato del 1282 custodito nella Biblioteca Apostolica Vaticana, raccoglie ben 74 esempi di porte e finestre della Firenze medicea rilevati a vista, senza alcuna relazione con la facciata che li contiene. Non sono documentate le aperture ad arco, mentre grande importanza e data alla nuova tipologia rettangolare di Palazzo Bartolini-Salimbeni, di Baccio d'Agnolo. Anche Sebastiano Serlio, nel suo trattato "Regole generali di architettura", distingue nettamente tra progettazione e mera esecuzione e introduce la novita tipologica della "serliana", il sovrapporsi di logge che propone un nuovo modo di organizzare l'illuminazione naturale degli spazi costruiti. I trattati di Vignola, Palladio, Scamozzi costituiscono altri esempi documentali di tipologie architettoniche in cui viene dato rilievo alle parti finestrate. Leon Battista Alberti in "De re aedificatoria", riprende il trattato di Vitruvio ampliandolo e dando particolare importanza alla funzione di illuminazione e ventilazione delle finestre, al fine di bssicurare salubrita e confortevolezza all'ambiente interno. E' tuttavia soltanto dalla prima meta del Settecento che verra applicato un modo prettamente scientifico di guardare all'architettura e all'edificazione, aprendo la strada al dominio tecnico sul progetto. In tutti i trattati di architettura viene dedicata una sezione importante alla realizzazione delle finestre, delle chiusure e della ferramenta: nel "Trattato teorico e pratico dell'arte di edificare" di G. Rondelet (1832), in "Particolari di costruzioni murali e finimenti di fabbricati" di G. Musso e G. Copperi (1885), in "L'arte muratoria" di L. Cattaneo (1889), in "La pratica del fabbricare" di C. Formenti (1893) fino ai manuali degli inizi di questo secolo. Tali opere hanno contribuito a tramandare le cosiddette "regole d'arte" del costruire, cioe quell'insieme di insegnamenti in base ai quali una costruzione poteva essere considerata "ben fatta". La scoperta del vetro, un materiale che avrebbe rivoluzionato il modo di concepire l'ambiente costru ito (dal la possibilita' di realizzare aperture con ante trasparenti alle grandi vetrate delle cattedrali gotiche fino alle odierne facciate continue) sembra che sia avvenuta per caso. La leggenda narra che i fortunati scopritori di questo materiale furono i Fenici: essi si accorsero che alcune pietre, venute a contatto con il fuoco di un bivacco, fondevano per poi solidificare in altre forme acquistando una certa trasparenza. Si sa tuttavia con certezza che i primi a utilizzare questa scoperta furono gli egizi, i quali, appassionati di gioielleria, se ne servirono per realizzare splendidi monili nonche vasellame pregiato. Inizialmente non si puo quindi parlare di applicazioni del vetro in edilizia, finche ancora i Fenici non perfezionarono la tecnica del soffiaggio, per arrivare alla produzione di piccole lastre piane che verranno poi utilizzate per le finestre. Bisognera comunque aspettare il periodo gotico per vedere applicare i vetri alle finestre: fino a tutto il Medioevo la finestra non costitui' infatti una parte essenziale dell'edificio, sia per ragioni di sicurezza che per la necessita di protezione dal freddo dell'inverno: essa era piuttosto rara e sempre di dimensioni ridottissime, con chiusura mediante ante cieche in legno. L'uso dell'anta in legno e rimasto ancora per lunghissimo tempo il modo piu comune di proteggere le aperture: non bisogna dimenticare che la tecnologia del vetro era una tecnologia "per ricchi", utilizzata per le chiese, per i mosaici bizantini, e per alcune, ma non tutte, case dei nobili, per i quali le abitazioni adorne di preziose vetrate costituivano un simbolo di grande ricchezza. Si trattava pero di lastre di vetro di dimensioni ridottissime, che per costituire una vetrata erano tenute insieme da cordolini di piombo che le "agganciavano" l'una all'altra. La spinta all'impiego del vetro in edilizia e venuta in tempi a noi piu vicini. Fino all'epoca delle rivoluzione industriale non esistevano infatti sistemi di fabbricazione del vetro in grandi lastre e fino ai primi dell'Ottocento avere i vetri alle finestre era ancora un obiettivo per molti irraggiungibilel dati gli elevati costi del materiale. Superati i problemi di produzione l'impiego del vetro in edilizia non ha piu avuto limiti, assumendo connotati tecnologici ed estetici tra i piu svariati: dall'utilizzo di vetri uniti al perimetro a quelli con particolari caratteristiche termiche (vetri assorbentil riflettentil basso- emissivi), dalle grandi facciate vetrate con sistemi di climatizzazione passiva alle vetrate strutturali .


 

Il medioevo:

Come abbiamo accennato, la finestra medievale dell'edilizia fortificata non era un componente essenziale della facciata: stretta e lunga, con scarse decorazioni, aveva principalmente lo scopo di garantire una illuminazione minima all'interno dell'abitazione, ma soprattutto la vista e il controllo sull'esterno in caso di attacco nemico. Nelle abitazioni nobili nelle citta era piu leggiadra, magari a bifora o trifora, sorretta da esili colonnine e bordata da decorazioni in laterizio come le murature in cui era inserita. Tuttavia, la mancanza dei vetri e lo spessore dei muri facevano sl che le dimensioni dell'apertura fossero comunque sempre molto limitate. Le polifore erano spesso contenute all'interno di uno stesso arco, che, unitamente a rilievi in laterizio, ne costituiva la decorazione. I fregi e le cornici, di fogge molteplici ed a volte molto elaborate, spesso vengono ripresi per essere accorpati a formare da soli elemento decorativo in facciata. Nel Romanico nasce il rosone, grande finestra circolare divisa in forme geometriche a raggiera caratteristica dell'edilizia religiosa, che verra ripresa e sviluppata nel gotico con l'arricchimento delle vetrate colorate.



Il Gotico:

Nel periodo gotico la progettazione della finestra negli edifici religiosi usufruisce delle novita strutturali che permettono di concentrare i carichi dell'edificio in elementi piu snelli che in precedenza: le facciate, "svuotate", consentono l'inserimento di ampi ed altissimi vani finestrati, spesso a polifore, decorate con dovizia di particolari grazie anche al progresso nella tecnica di taglio della pietra. La luce diventa un elemento di definizione degli spazi, in particolar modo a causa delle grandi dimensioni delle finestre e dei ricchi "merletti" in cui sono inserite .Le grandi vetrate colorate compaiono nel gotico tardo e vanno a riempire sottili intelaiature di pietra. I rosoni si ingrandiscono con decorazioni a volute in pietra lavorata. Si sviluppa la tecnologia del vetro unitamente a quella del piombo, utilizzato per unire le lastrine in sistemi a notevole tenuta all'aria e resistenza statica. Negli edifici civili l'uso delle vetrate mobili contenute in intelaiature fisse in ferro fa sl che le dimensioni delle aperture si riducano e che la finestra si semplifichi notevolmente. I vetri sono contenuti in profilati in piombo e le schermature sono ancora ottenute con ante in legno.


 

Il Rinascimento:

Nel Rinascimento decade la stretta separazione tra architettura religiosa e civile e in entrambe vengono applicati canoni architettonici innovativi: il bugnato, oltre essere elemento visivo di "forza" della facciata, diventa motivo decorativo nelle finestre, evidenziando l'arco o l'architrave di scarico dei pesi di facciata e entrando in contrasto, nelle prime applicazioni, con finestre ancora a bifora, di memoria medievale, ben piu leggiadre e sottili (ad esempio a Firenze, nel Palazzo Strozzi). Molto utilizzata anche la serliana, sorta di trifora con l'arco centrale piu grande dei laterali. Successivamente, con il manierismo, le finestre diventano meno leggere, ormai sono quasi sempre rettangolari, con architravi in rilievo a cornice o decorati. Si diffonde la finestra a edicola, ispirata da quelle del Pantheon, in cui vengono applicati i motivi degli ordini classici. Abbiamo accennato nel paragrafo sulla manualistica al trattato sulle finestre di Roma e Firenze di Giorgio Vasari il Giovane: egli descrive il Palazzo BartoliniSalimbeni in Piazza S. Trinita a Firenze dicendo che "...fu il primo edifizio...che fusse fatto con ornamento di finestre quadre, con frontispizii, e con porta le cui colonne reggessino architrave, fregio e cornice; furono queste cose tanto biasimate da i fiorentini con parole, con sonetti e con appiccarvi filze di frasche, come si fa alle chiese per le feste, dicendosi che aveva piu forma di facciata di tempio che di palazzo". Nella seconda meta del Cinquecento questa novita assoluta della finestra architravata fu adottata quasi completamente dall'architettura e utilizzata in moltissimi palazzi, in combinazione con scansioni ritmiche di carattere classico. Solo i palazzi dei nuovi ricchi giunti in citta dalla campagna mostravano finestre arcuate, per testimoniare fasulle antiche origini del casato.La distinzione netta che viene fatta nel periodo rinascimentale tra progettista ed esecutore dell'opera architettonica viene ancora accentuata nel periodo manierista e la progettazione si arricchisce di elementi intellettuali che esaltano la funzione nobile del disegno puro in se stesso. L'elenco delle tasse e dei balzelli si arricchisce di una nuova voce, le finestre, essendo queste un segno di grande ricchezza in quanto costosissime nella realizzazione: le finestre vetrate erano infatti ancora appannaggio di pochi e il popolo usava ancora chiudere le aperture con ante in legno.


 

Il Barocco:

Il Barocco, il cui nome deriva dall'oreficeria, introduce una novita assoluta nell'architettura: I'indipendenza dagli schemi classici della progettazione che avevano vincolato la produzione edilizia fino a quel momento. Ai canoni accademici rinascimentali basati su proporzioni e regole dell'antichita si contrappone una progettazione "del movimento", in cui ogni elemento e componente dell'edificio b legato agli altri da uno stesso filone e da una stessa energia, che si traduce in ricche decorazioni, volute e temi tratti dalla natura. La fi nestra al l 'interno del la facc iata non b pi u elemento isolato , ma si com pone con altri elementi a formare aggregazioni che scandiscono il ritmo verticale, non piu sottolineato dagli ordini architettonici come avveniva nel Rinascimento. Diventa quindi la finestra l'elemento piu importante della composizione della facciata, nelle forme piu svariate: rettangolari, quadrate, ad arco a tutto sesto o ribassato, a timpano. I frontoni si arricchiscono di decorazioni, si incurvano e assumono le forme tipiche a volute dell'architettura barocca. L'articolazione e il dinamismo si accentuano e si esasperano nel Rococo', tardo Barocco prevalentemente, ornamentale, che nasce unicamente come stile decorativo. II complicarsi delle forme esalta l'importanza del particolare rispetto all'immagine complessiva dell'elemento edilizio. Grande sviluppo ha in questo periodo la tecnologia del serramento in legno, nata nel Rinascimento ma ancora poco sviluppata. Nel barocco gli artigiani italiani, per primi in Europa, introducono importanti novita nella lavorazione del legno nei serramenti e compiono progressi anche nella tecnologia del vetro. La ferramenta rimane in ferro battuto e si arricchisce di decorazioni e trafori. La prima tipologia di finestra a serramento in legno b ad anta singola, ma presto si svilupperanno le due ante e addirittura le due ante piegate nel mezzo. Gia nel XVII secolo viene introdotto il gocciolatoio e piccoli telai intermedi collegano le lastrine di vetro nel pannello finestrato al posto dei fili di piombo usati in precedenza. I telai hanno profili articolati e complessi, con una buona tenuta, ma presentano ancora una scarsa durata in caso di esposizione all'umidita e all'acqua. Anche fuori dell'ltalia vengono applicati i primi serramenti in legno, in genere in legno di rovere, teak, platano, acero., ma cio avviene circa un secolo piu tardi. In Inghilterra si diffondono le finestre a saliscendi, ovvero a scorrimento verticale, con telaietti intermedi che contribuiscono a determinare la denominazione di "finestre all'inglese". L'Ottocento vede lo sviluppo delle possibilita offerte dalla Rivoluzione industriale: si estende l'uso del ferro in edilizia nella costruzione di grandi opere di ingegneria quali ponti, ferrovie, viadotti, canali, edifici industriali, navi e nella realizzazione di grandi opere per le esposizioni internazionali come il Palazzo di Cristallo di J. Paxton a Londra e la Torre Eiffel a Parigi.. Si diffondono gli edifici in ferro e vetro e le finestre assumono dimensioni importanti grazie all'esilita delle strutture portanti e grazie allo sviluppo della tecnologia, che consente di usufruire di lastre vetrate di dimensioni sempre maggiori, risolvendo cosl il problema dei telai intermedi e aprendo la strada a possibilita progettuali e formali piu libere da vincoli di tipo tecnologico. Il ferro e prevalentemente utilizzato per l'edilizia non abitativa e per i serramenti meno importanti degli edifici di abitazione (cantine, scale), ma il legno rimane il materiale piu utilizzato nell'edilizia residenziale. All'inizio degli anni '20 si manifesta in Europa una corrente di rinnovamento nell'architettura che ha il suo centro in Germania ed in Francia e si caratterizza per un particolare interesse all'edilizia residenziale pubblica e privata. Mies van der Rohe, Le Corbusier, Walter Gropius, Richard Meyer e moltissimi altri architetti forniscono nuove interpretazioni degli spazi costruiti, delle facciate e delle superfici finestrate. I profilati d'acciaio e il cemento armato, innovazioni tecnologiche gia conosciute da tempo, conoscono in questo periodo grande sviluppo ed acquistano un ruolo dominante nella progettazione. Le facciate si spogliano di ogni orpello e le finestre diventano essenziali, prive di decorazioni. Si verifica un generale rifiuto dei collegamenti con l'architettura storica dei secoli precedenti e i nuovi architetti si vantano di essere prima di tutto dei tecnici, non piu degli artisti. La Bauhaus di Walter Gropius nasce proprio nell'intento di formare specialisti indipendenti dall'insegnamento dell'architettura classica e la sua produzione sara particolarmente caratterizzata da strutture in cemento armato e grandi superfici vetrate. Di particolare interesse e l'atteggiamento di alcuni grandi architetti, come Le Corbusier e Mies van der Rohe. Il pensiero progettuale di Le Corbusier non si inserisce perfettamente nella tendenza appena descritta di totale rifiuto del passato, ma rientra tra i tentativi di adattare tutta la produzione architettonica e la filosofia che ne e alla base alle esigente moderne dell'utenza e al contesto storico in cui essa si colloca. Le Corbusier progetta a partire da alcuni principi fondamentali che caratterizzano tutta la sua produzione e che saranno molto imitati dai suoi contemporanei e successori: a proposito della finestra, egl i fa uso della vetrata fissa con la sola funzione di illuminazione e ricorre moltissimo a grandi superfici vetrate e alla finestra a nastro (fig. 23), che corrisponde a un'idea di grande liberta compositiva. Questa scelta progettuale e resa possibile dall'opportunita di affidare interamente il compito della climatizzazione agli impianti. Un'ulteriore novita introdotta nella configurazione formale e funzionale delle finestre, anche questa permessa dalla tecnologia in evoluzione, e quella delle schermature fisse, i brise-soleil a lame orizzontali o verticali in cemento armato, che diventano elemento caratterizzante di gran parte della sua produzione architettonica. Anche Mies van der Rohe si avvale dei progressi della tecnica per gli aspetti tecnologici e progettuali delle sue realizzazioni e molta della sua produzione e caratterizzata dalle facciate continue in vetro e ferro In Italia l'influenza del Movimento Moderno e piuttosto debole e si manifesta prevalentemente nell'architettura razionalista di regime, caratterizzata dalla presenza di ampie superfici finestrate, spesso quadrate, e dall'evidenziazione della struttura portante in cemento armato. Fino al momento in cui la tecnologia industriale ed i nuovi materiali non offrWrono agli architetti del movimento moderno, la possibilita di uscire dai canoni classici la progettazione delle finestre non subl variazioni essenziali nel corso dei secoli. Con l'introduzione dello schema strutturale a travi e pilastri, in cemento armato o in acciaio, le chiusure esterne non hanno piu funzione portante e la specchiatura delle finestre puo interessare anche tutta la luce libera tra un pilastro e l'altro. L'industrializzazione della produzione del vetro e la climatizzazione attiva permettono una libera progettazione delle superfici trasparenti, fino a che la finestra si espande a diventare parete, frontiera, dando origine alla facciata continua o curtain-wall. Questo sistema di facciata richiede un'intelaiatura di montanti e traverse modulari su cui applicare i pannelli trasparenti ed opachi, generando una maglia che diviene parte essenziale e "segno" della composizione della facciata. Si sviluppa ancora la tecnologia del vetro, che per ragioni di climatizzazione ricerca sistemi per rendere riflettenti le superfici esterne, onde evitare accumulo di calore.Lafinestra non assolve piu funzioni di ventilazione e illuminazione (laventilazione artificiale b preferita perchb piu facilmente controllabile) e il vetro b richiesto principalmente per le sue caratteristiche di versatilita, resistenza agli agenti esterni e aspetto nella composizione architettonica. Al semplice curtain-wall si affiancano successivamente elaborazioni con importanti novita di tipo tecnologico, strutturale ed impiantistico. Nel Quinto Palazzo Uffici della Snam (Studio Gabetti e Isola) la chiusura si raddoppia generando una facciata ventilata con una larga intercapedine che offre un notevole controllo termico e un habitat ideale per la vegetazione. Nel Centro Lingotto Fiere di Torino Enzo Piano progetta una vetrata strutturale di particolare impatto sulla struttura dell'edificio.

 

[Torna indietro]